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Il dialetto, la storia ed i misteri del nostro ambiente valligiano sono gli ingredienti salienti delle leggende primierotte. Ve ne abbiamo tradotte alcune perché Imèr ne è la culla: più d'una, infatti, è qui ambientata e qualche anno fa, agli Stoli di Morosna, è stata addirittura registrata una versione filmica della leggenda del Mazaròl.

Hanno preso origine da quella cultura che i nostri avi si costruirono pazientemente, basata sull’esperienza del pensarse e rangiarse, tramandata oralmente fino a noi.

E così coi mestieri, coi nomi caratteristici dei vari luoghi, con le antiche fòle di Santi e di vari personaggi tipici, raccontati con una certa forma di linguaggio, il dialetto, si conserva un patrimonio ricco che è cresciuto e fiorito dal mescolarsi della realtà col fantastico.

Recita un vecchio adagio: "Quando muoiono le leggende, anche i sogni se ne vanno". Ma con essi, pure la storia avrebbe fine, perché la leggenda ha un legame inscindibile con essa, è un'immagine sul passato di testimonianze da ricordare, patrimonio indelebile della nostra civiltà alpina e dolomitica; una fotografia a memoria di avvenimenti straordinari, in cui i valligiani ne sono i protagonisti, dove si scorge l'insopprimibile desiderio di scavalcare il male, resistere alle sventure, trovare una spiegazione agli eventi naturali così difficili da interpretare.